Ago Magnetico

NUCLEARE ED EUROPA: UN CONNUBIO INDISPENSABILE

Mentre la fusione nucleare apre nuove frontiere, le follie dei verdi rischiano di condannare a morte le nostre imprese.

Solo con l’atomo l’Europa potrà conquistare una vera autonomia energetica.

di Salvatore Recupero

“[…] si passerà dall’era delle fonti d’energia limitate a quella delle fonti d’energia rinnovabili. C’è un momento, più o meno lungo, fra le due ere nel quale il vecchio sarà sparito e il nuovo dovrà ancora nascere. In quel momento le centrali nucleari a fissione dovranno coprire il buco energetico”. Correva l’anno 1982 quando Giuseppe Spezzaferro (1) già profetizzava la situazione attuale. L’articolo si intitolava “Nucleare sì, ma a fusione”. Oggi siamo in piena transizione e le tesi di Spezzaferro sono più attuali che mai. 

La Francia capofila del nucleare

Cominciamo col dire che l’Europa sul nucleare è divisa. Lo scorso 11 ottobre dieci Stati membri della Ue hanno pubblicato un documento a sostegno dell’energia nucleare, sottolineando il ruolo che, a loro dire, svolgerebbe contro il riscaldamento globale. Il testo, firmato da Francia, Romania, Repubblica Ceca, Finlandia, Slovacchia, Croazia, Slovenia, Bulgaria, Polonia e Ungheria, sottolinea inoltre che il nucleare, contribuendo all’indipendenza energetica, proteggerebbe “i consumatori europei dalla volatilità dei prezzi”. Sull’altro versante nazioni come la Germania, e la Spagna sono più orientate a favorire il sostegno ad altre fonti, a cominciare dal gas. L’Italia propende per le ragioni di quest’ultimi anche se in molti a partire dal ministro della Transizione Ecologica il nucleare non dispiace. Non mancano gli appelli, ma basteranno questi a far ricostruire delle centrali sia pur di ultima generazione? Il no è scontato. 

Le centrali francesi

Eppure in Francia le cose vanno diversamente. I cugini d’Oltralpe possono contare su oltre 50 reattori. Il loro fabbisogno energetico è soddisfatto per tre quarti dall’energia atomica. Tutto ciò, secondo il ministro dell’Economia Bruno Le Maire “contribuisce in modo decisivo all’indipendenza delle nostre fonti di produzione di energia ed elettricità”. Non ci possiamo stupire se le bollette sono più basse che da noi. 

L’Eliseo, inoltre, promette un maxi investimento di 1 miliardo di euro nel nucleare entro la fine di questo decennio. “L’obiettivo numero uno è quello di avere reattori nucleari innovativi su piccola scala in Francia entro il 2030, insieme a una migliore gestione delle scorie”, così ha detto Macron, annunciando il piano di investimenti “Francia 2030”. Parigi è in procinto di dare il via libera alla costruzione di sei mini-reattori nucleari modulari (detti SMR, small modular reactor), capaci di garantire una produzione energetica flessibile ed economica (oltre che più sicura di una centrale tradizionale) e adatti a lavorare in combinazione con metodi di produzione alternativi, tra cui le rinnovabili. Sono lontani i tempi in cui Macron prometteva di ridurre le centrali nucleari, sulla scia del disastro di Fukushima del 2011. Oggi i benefici dell’atomo sono sempre più evidenti.

L’Eliseo convincerà la Commissione?

La partita più importante, però, si giocherà a Bruxelles. Per avere il nucleare di ultima generazione servono tanti soldi. La Commissione deve ancora scegliere se il nucleare sia meritevole o meno di sostegni economici, una decisione è attesa entro dicembre. Sinora Bruxelles ha escluso l’atomo dall’assegnazione di fondi raccolti attraverso il collocamento di green bond. Il vento ora pare stia cambiando. Ursula von der Leyen, a margine del Consiglio Ue, ha spiegato che l’Europa ha bisogno sia di rinnovabili che di una fonte stabile come il nucleare e il gas. Il problema è che il gas va importato, il nucleare invece apre nuove prospettive di autonomia energetica. La linea francese pare imporsi e in questo caso è un bene per tutta l’Europa. 

Propaganda green

La transizione energetica, infatti, è solo una questione politica. La difesa dell’ambiente c’entra poco (2). Riflettiamo un attimo. Nel 2019 (i dati sono di Davide Tabarelli presidente di Nomisma Energia) (3) la produzione di nucleare nell’Ue è stata di 822 miliardi di chilowattora, sette volte quella da fotovoltaico e il doppio di quella eolica. È una produzione senza CO2, che se fosse stata prodotta con il gas, avrebbe comportato maggiori emissioni per 250 milioni di tonnellate, il 7% in più dei 3,3 miliardi di tonnellate emesse. Come la mettiamo allora con la CO2? È evidente che l’atomo inquina di meno, dati alla mano. C’è poi il problema delle scorie, ma su quello ci soffermeremo più avanti.

Il nucleare, dunque, può darci l’autonomia di cui abbiamo bisogno. Le esternalità negative (che con la ricerca possono essere ridotte puntando sulle centrali a fusione) sono compensate dal risparmio e dalla maggiore efficienza. 

L’energia del futuro 

Tornando, infatti, all’articolo di Giuseppe Spezzaferro, egli auspicava la costruzione di centrali nuclearei a fusione. “Le centrali nucleari a fusione – spiega il giornalista salernitano – infatti non produrranno scorie radioattive e perciò sarà superato il problema della eliminazione di pericolose scorie. Per la fusione nucleare si potrà usare persino l’acqua del mare!”. Quanto auspicava Spezzaferro è oggi effettivamente possibile. La Cfs (Commonwealth Fusion Systems), società di cui Eni è azionista di maggioranza, ha condotto con successo negli Stati Uniti il primo test al mondo di un magnete con tecnologia superconduttiva Hts (High Temperature Superconductors) che deve contenere e gestire la fusione magnetica (4). È la “fusione a confinamento magnetico”. Essa riproduce i princìpi tramite i quali il Sole genera la propria energia. Il risultato è fenomenale: possiamo avere una fonte energetica sicura, sostenibile e inesauribile, in enorme quantità e praticamente a zero emissioni

Come funzionerà la fusione magnetica

Al momento, per chi è digiuno della materia, è difficile da capire. Ma di questo meccanismo ne parlava negli anni sessanta il professor Enzo Maria Dantini, un gigante su cui bisognerebbe aprire un capitolo troppo vasto. Torniamo, pertanto, all’Eni: secondo i ricercatori dell’Ente nazionale idrocarburi “la fusione magnetica è un processo opposto rispetto alla fissione nucleare, ovvero alla forma di energia atomica diffusa oggi nel mondo in centinaia di centrali. Nella fissione, gli atomi del combustibile (uranio e plutonio) vengono spezzati, generando calore che scalda l’acqua e aziona turbine a vapore che producono energia tramite alternatori. Inconvenienti: scorie radioattive e rischio di incidenti. Nella fusione, invece, isotopi dell’idrogeno come trizio e deuterio vengono riscaldati fino a 100 milioni di gradi, e raggiungono uno stato del plasma nel quale possono fondersi in un nucleo di elio, rilasciando una grandissima quantità di energia, superiore a quella della fissione”. Non mancano anche in questo processo delle criticità. Ma l’energia prodotta dal processo di fusione è sicura, virtualmente infinita, e a zero emissioni di CO2. Basti pensare che un grammo di combustibile per la fusione contiene l’energia equivalente a quella di oltre 60 barili di petrolio, senza che questo comporti il rilascio di gas serra. 

Certo dovremo aspettare ancora cinque anni prima che venga creato il primo impianto sperimentale. Ma è su questo che vanno concentrati gli investimenti pubblici. Per il bene dell’Europa, dunque, lasciamo da parte pannelli solari e pale eoliche.

1. Nucleare sì, ma a fusione. Di Giuseppe Spezzaferro L’Italia del popolo 12 maggio 1982
https://internettuale.net/300/nucleare-si-ma-a-fusione

2. Green Deal Europeo: opportunità e paradossi della sostenibilità. Di Salvatore Recupero Polaris sito web 21 Luglio 2021
https://www.centrostudipolaris.eu/2021/07/21/green-deal-europeo-opportunita-e-paradossi-della-sostenibilita/

3. Senza il nucleare i conti dell’idrogeno non tornano. Tabarelli spiega perchéDi Davide Tabarelli Formiche.net 07 Settembre 2021
https://formiche.net/2021/09/nucleare-idrogeno-emissioni-transizione/

4. Eni e CFS: raggiunto un traguardo fondamentale nella ricerca sulla fusione a confinamento magnetico Eni.com 08 Settembre 2021
https://www.eni.com/it-IT/media/comunicati-stampa/2021/09/cs-eni-cfs-raggiunto-fusione-confinamento-magnetico.html

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