Politica interna

Brexit: Il ‘Viaggio della Libertà’ o la ‘Caccia al Tesoro’ nel labirinto economico? Un’Odyssey moderna tra promesse e retroscena

Dietro le Quinte della Brexit: Un Balletto Filosofico tra Promesse Illuminanti e Intrighi Economici. Scopriamo insieme il Labirinto di Retroscena che ha Definito il Destino dell’Inghilterra Moderna

Al momento dell’affermazione dello schieramento euro-scettico guidato da Nigel Farage, nel referendum tenutosi il 23/6/2016, che sancì quell’evento ormai storico chiamato “BREXIT”, si diffuse tra i populisti euro-scettici europei una ondata di entusiasmo e di fiducia. La strada per gli stati-nazione di riacquistare la loro ‘indipendenza‘ perduta era tracciata. Ma era davvero così?

Anni dopo, con una pandemia e una guerra all’Europa di mezzo, è possibile fare primi bilanci. E facciamo parlare solo i numeri: l’OCSE ha reso noto – riferendosi all’anno in corso – che Londra avrà la peggiore crescita economica fra i sette paesi maggiormente industrializzati. L’agenzia governativa OBR (Office of Budget Responsibility) ha chiaramente smentito il Ministro del Commercio K. Hollinrake – che individuava nella pandemia e nella guerra le uniche cause delle difficoltà – affermando che la causa fondamentale è la Brexit, specificando che sia la pandemia che la guerra hanno visto e vedranno una fine, la Brexit no. Dai dati OBR la Brexit avrebbe causato una perdita di 100 mld di sterline all’anno, e inoltre entreranno 40mld di tasse in meno nelle casse dello stato. Il dato dell’OBR è stato confermato da Bloomberg.

Si potrebbero aggiungere molti dati – che circolano nel Regno Unito – sulle perdite indotte dalla Brexit sull’import e sull’export, calcoli che naturalmente hanno una caratteristica di stima e quindi possono contenere qualche inesattezza, ma il dato saliente è che nella ‘percezione’ della opinione pubblica il sostegno all’euro-scetticismo è in calo. Infatti, in un sondaggio commissionato dal “Guardian”, il 58,5% della popolazione ha dichiarato, in sostanza, che “era meglio prima”. A conferma di un cambiamento di strategia anche a livello di vertice è la notizia che si è diffusa il 7 settembre del ‘rientro’ del Regno Unito – anche se come paese associato – nel progetto di cooperazione scientifica HORIZON della UE, dal valore di circa 94 mld di euro (con dispiacere dei cantori dell’inevitabile declino, questo progetto è il più grande del mondo). E’ questo un fatto che per molti versi sorprende, perché per molti mesi il Primo Ministro Sunak aveva temporeggiato temendo una reazione che invece non c’è stata. Anzi, i sostenitori della Brexit non hanno protestato nemmeno per l’abbandono del programma Pioneer (da 14 mld di sterline), che doveva fungere da “piano B” rispetto al Progetto Horizon. Era abbastanza prevedibile che una polemica non sarebbe stata accettata dalla comunità scientifica e che l’Inghilterra non potesse rinunciare a far parte del programma di ricerca e innovazione scientifica più grande del mondo. Quindi questo lo si può, senza tema di smentita, chiamare un “passo indietro”.

Il primo vero ‘ufficiale’ passo indietro sono stati gli “Accordi di Windsor” che hanno permesso all’Irlanda del Nord di restare sia nel mercato unico dell’Unione europea sia in quello britannico. Ma i dietrofront, le inversioni di marcia si susseguono: il Regno Unito non eliminerà entro Natale – come prima annunciato – le oltre 4000 leggi che avevano un qualche legame con la UE, perché questo cancellerebbe di fatto le basi legali di gran parte della governance del paese. Inoltre, il nuovo regime di controllo delle frontiere sulle importazioni di prodotti vegetali e alimentari dall’Ue, che sarebbe dovuto entrare in vigore a ottobre, è stato rinviato per la quinta volta.

Quindi, anche un sommario esame evidenzia come più si entri nel dettaglio e tanto peggiore appare lo sbandierato accordo di Johnson. Molti osservatori ritengono che questa uscita dall’UE costituirà un fardello che il Partito Conservatore si porterà addosso a lungo. Per il momento emerge come schema, proprio l’assenza di questo, il governo non ha una direzione ben precisa, è costretto ad ascoltare i ragionamenti altrui perché è incapace di elaborarne uno che sia suo.

La domanda da farsi, a questo punto, è se questa vicenda verificatasi in un paese oggettivamente forte, possa suggerire qualche insegnamento, possa erodere qualche certezza tra coloro che in Europa hanno maldestramente provato a ‘tradurre’ questa ricetta che, come visto, si sta rivelando fallimentare là dove è stata ideata e messa in pratica.

Enzo Russo

Un pensiero su “Brexit: Il ‘Viaggio della Libertà’ o la ‘Caccia al Tesoro’ nel labirinto economico? Un’Odyssey moderna tra promesse e retroscena

  • gabriele adinolfi

    In coda a questo articolo davvero eccellente voglio aggiungere che la recentissima nomina di David Cameron (il perdente del referendum) a Ministro degli Esteri è molto più che un segnale alla UE della retromarcia britannica.

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