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AMERICA IS BACK! IL PARADOSSO DELL’EUROATLANTISMO

G7 e vertice della Nato: gli Usa, per la gioia degli “euroatlantici”, hanno riconfermato l’egemonia americana nel Vecchio Continente.

E in Europa, sudditi e contenti.

di Salvatore Recupero

Il tour europeo di Biden non poteva andare meglio (per gli Usa). Prima il G7, poi il vertice della Nato, hanno rafforzato (ammesso che ce ne fosse bisogno) l’egemonia americana nel Vecchio Continente. Gli Usa sono riusciti a compattare i loro alleati contro la Cina e la Russia. Lo schema è sempre lo stesso: se non stai con Washington o sei filorusso o amico dei cinesi. Ma è davvero così? Ovviamente no.

Tuttavia, comunque la si pensi, l’Europa continua a trovarsi in mezzo ad una morsa dalla quale verrà stritolata. I motivi sono tanti, proviamo ad elencarne alcuni limitandoci al rapporto con la Cina.

Gli Usa e l’ordine liberale internazionale

Come è stato detto l’agenda di Biden in questi giorni è stata fitta di impegni. Si sono affrontati tanti temi ma il fil-rouge è sempre quello della lotta contro le autocrazie. O meglio, contro i regimi politici che non piacciono a Washington. Per carità, nessuno si scandalizza. È solo realpolitik. Anche perché gli Usa non hanno certo scoperto in questi ultimi anni che i cinesi maltrattano le minoranze. 

Il punto è un altro. Da almeno due decenni la Cina non si limita più a produrre prodotti a basso costo per gli occidentali, ma al contrario è una potenza globale e come tale si comporta. Questo non piace alla Casa Bianca che, per questo, punta il dito contro Pechino. Questa spiegazione può sembrare (e forse lo è) un po’ semplicistica, ma rende l’idea di quello che sta avvenendo. Gli Usa, però, hanno dei punti deboli, ed è proprio su questi che si concentrerà Biden.

Washington si prepara alla “guerra”

Gli Usa hanno bisogno di ciò che hanno i cinesi. Questo vale ad esempio per i microchip (1). Allora cosa fare? Semplice: indossare l’elmetto. Biden, lo scorso aprile, (2) ha ricordato a tutti che “la manifattura americana è stata l’arsenale della democrazia nella Seconda guerra mondiale e deve essere l’arsenale per la prosperità americana di oggi. Poi, per farsi capire meglio, il presidente ha sottolineato che “dall’invenzione del semiconduttore alla creazione di Internet, i motori della crescita sono stati concepiti grazie ad investimenti pubblici che supportano ricerca, commercializzazione e filiere robuste”. Si sbaglia, dunque, chi pensa che i pc americani si sono diffusi nel mondo grazie all’arguzia degli studenti californiani. I big tech devono rispondere sempre allo “stato padrone(3). Tornando ai microchip, per sopperire alla carenza di semiconduttori la Casa Bianca stanzierà di 50 miliardi di fondi, tra incentivi e finanziamenti, per rafforzare la produzione domestica. Si tratta di superare la Cina, ha dichiarato il Segretario al Commercio Gina Raimondo: “se agiamo ora, c’è tempo per farlo, per ricostruire, nel settore dei semiconduttori in particolare” dal momento che si tratta dei “fondamenti dell’economia digitale del futuro”.

A Washington, dunque, hanno le idee chiare. Non sono in pena per i diritti umani, vogliono solo ribadire al mondo chi comanda. Ma dal loro punto di vista è giusto così.

La risposta di Pechino

Ovviamente i cinesi non hanno gradito quanto è stato detto in questi giorni. Finora da Pechino non è giunta nessuna dichiarazione ufficiale. La parola è stata lasciata ai diplomatici. Il portavoce della missione cinese presso l’Ue, come riporta l’agenzia Xinhua (4), ha respinto le affermazioni della Nato parlando di “una calunnia” o meglio “una continuazione della mentalità della Guerra Fredda”

Nello stesso lancio d’agenzia il portavoce ha sottolineato le contraddizioni della narrazione a stelle e strisce: “Il bilancio della difesa cinese nel 2021 è di circa 209 miliardi di dollari, ovvero solo l’1,3% del suo Pil, anche meno dei criteri minimi del 2% della Nato. Nel frattempo, la spesa militare totale di 30 membri della Nato dovrebbe raggiungere quest’anno 1,17 trilioni di dollari, più della metà della spesa militare totale globale e 5,6 volte quella della Cina”. “La gente del mondo – ha concluso il portavoce – può vedere chiaramente chi ha basi militari in tutto il mondo e chi sta flettendo i muscoli inviando portaerei in tutto il mondo”.

Detta così è difficile dar torto al diplomatico cinese. Anche se bisogna ricordare che la Cina si espande anche grazie al cosiddetto soft power. E grazie a strategie di questo tipo sta costruendo la nuova Via della Seta. Nessuno, dunque, vuol difendere i cinesi. Tuttavia, abbiamo il dovere morale di non cadere nello stesso tranello di Yalta.

L’inganno euroatlantico

Si tratta, perciò, di capire cosa vuol fare l’Europa da grande. Questo, però, non siamo liberi di deciderlo da soli. Non solo per il vincolo della Nato. Ci manca la forza e la volontà per esseri sovrani. Gli americani e i cinesi hanno trovato un modo (discutibile o meno) per imporsi; gli europei, no.

E allora per non sembrare sudditi ci siamo inventati il mito incapacitante dell’euroatlantismo. “Siamo europeisti e atlantici” dice con fare democristiano Draghi. Si tratta di un vero e proprio ossimoro. Da europei non possiamo permetterci che l’asse della storia sia imperniato sull’Atlantico. Se poi preferiamo definirci occidentali dovremmo archiviare per sempre il termine europeo. Quest’ultimo, infatti, sarebbe completamente svuotato di ogni significato sia spirituale che politico

1. Crisi dei semiconduttori: ecco gli effetti della carenza di microchip. Di Salvatore Recupero Polaris sito Web 05 Maggio 2021 https://www.centrostudipolaris.eu/2021/05/20/crisi-dei-semiconduttori-ecco-gli-effetti-della-carenza-di-microchip/

2. Autonomia tech (dalla Cina). Il piano di Biden per i microchip Di Alberto Prina Cerai Formiche.net 06 Aprile 2021 https://formiche.net/2021/04/autonomia-tech-dalla-cina-il-piano-di-biden-per-i-microchip/

3. Stati e big tech: chi comanda? Di Salvatore Recupero Polaris sito web 23 Febbraio 2021 https://www.centrostudipolaris.eu/2021/02/23/stati-e-big-tech-chi-comanda/

4. China dismisses NATO’s claim as continuation of Cold War mentality, bloc politics. Xinhuanet 15 Giugno 2021 http://www.xinhuanet.com/english/2021-06/15/c_1310008570.htm?fbclid=IwAR2XUg_bM5wcmc9dO5P7iCbJmbX4rPwqw0qkPoJTwF24ooUdPJkSFilY6xQ

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