Politica internazionale

Israele, offensiva contro l’Iran? Medioriente (e non solo) col fiato sospeso

Intercettati nella notte quasi duecento droni missilistici partiti dall’Iran su Israele. La poderosa offensiva, lungi dalla semplice propaganda, rischia di essere il precedente perfetto per un’escalation bellica capace di coinvolgere più super potenze.

Il punto

Droni kamikaze e missili cruise in ben tre ondate, tutte fermate dalla cooperazione di Israele con le forze militari francesi, britanniche, statunitensi e giordane. Non era mai accaduto prima da Teheran. Ma si tratta per davvero di un attacco a scopo espansionistico?

Secondo fonti locali, l’esecutivo iraniano avrebbe impartito l’ordine che sarebbe poi stato eseguito dalle sue sedi dislocate in Yemen, Libia e Siria. Nessuna conseguenza per i civili israelini ma l’allerta resta massima.

Le reazioni

“Come una vittoria. Ora Israele sa a cosa andrà incontro se non cesserà le offensive contro Damasco – così lo ayatollah Ali Khomenei, attuale guida suprema di Teheran – Oggi è un giorno importante perché l’Iran ha punito Israele”. Parole limpide che tuttavia vanno contestualizzate.

Le dichiarazioni degli sciiti iraniani fanno riferimento all’attacco del primo aprile di Israele contro una base iraniana in Siria causando otto vittime tra cui alcuni generali dell’esercito di Teheran. La reazione è giunta dopo tredici giorni, e non mirerebbe a creare un conflitto che chiamerebbe in causa Washington bensì si tratterebbe di mera reazione.

Un segnale insomma per far capire che, in caso di proseguio da parte di Gerusalemme, la cordata persiana sarebbe ben pronta alla reazione.

Nel frattempo, l’ONU osserva. Che nessuno voglia un ulteriore conflitto è lapalissiano ma il Pimo Ministro israelino Benjamin Netanyahu non è dello stesso parere: “L’Iran merita una punizione severa. Nelle prossime ore, capiremo meglio come reagire”.

Parrebbe inoltre che lo stesso Gabinetto di Gerusalemme avrebbe approvato la reazione all’attacco: “Teheran pagherà il prezzo e i modi attuati”. Così fonti governative, anche se le superpotenze mondiali invitano alla prudenza.

Un attacco che coinvolgerebbe anche USA e Russia

Se da un lato gli Stati Uniti d’America sarebbero costretti, da relativi accordi internazionali, ad appoggiare Israele e a difenderne i confini, dall’altro il governo Biden ha espresso, soprattutto nelle ultime settimane, parecchie titubanze sull’operato dell’esecutivo israelino, invitando più e più volte Netanyahu a rivedere le operazioni offensive in Palestina.

Al contempo, l’asse Raisi – Putin (Iran-Russia) è ben rinsavito dopo qualche dissapore e causerebbe uno spaccamento in due della gestione della pace che il Medioriente potrebbe non esser in grado di risolvere in poco tempo.

Centro Studi Polaris

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