Milei, fallimento (preannuciato) anarcoliberale?
Il 4 settembre, il quotidiano argentino La Nación, di linea liberale e di centro-destra, titolava in prima pagina: “Un grave arretramento per la libertà”, accompagnando l’articolo con una foto del presidente argentino Javier Milei. Si parlava del peggioramento della libertà di espressione per i giornalisti sotto il suo mandato. È interessante notare che il partito di Milei si chiama La Libertad Avanza, eppure, il presidente che si è autoproclamato paladino della libertà, famoso per lo slogan “Viva la libertad, carajo”, viene accusato di limitare proprio quelle libertà che dice di voler difendere.
Un altro elemento significativo è la critica proveniente dal giornale spagnolo El Mundo, che ha iniziato a mettere in dubbio la gestione di Milei, concentrandosi su una questione delicata: il trasferimento delle riserve d’oro del Tesoro argentino a Londra. Il presidente sta svuotando le riserve d’oro del Banco Nacional argentino e le sta trasferendo nelle mani delle banche britanniche, storicamente in conflitto con l’Argentina. Questa mossa espone l’oro alla possibilità di essere confiscato da istituzioni internazionali a causa del debito del Paese. Anche la stampa liberale comincia a porsi domande su quella che viene vista come una grave minaccia alla sovranità economica argentina. Inoltre, Milei ha approvato leggi che consentono alle multinazionali di sfruttare i giacimenti energetici del Paese, come Vaca Muerta, permettendo loro di portare all’estero tutti i profitti generati.
Instabilità politica nei blocchi interni
Le tensioni all’interno dei partiti politici argentini sono in aumento. Anche se è presto per aspettarsi grandi cambiamenti, si notano alcuni segnali interessanti. Nel partito di governo, La Libertad Avanza, Milei ha affrontato contrasti con la vicepresidente Virginia Virroel, che, pur condividendo alcuni principi con il presidente, ha una posizione più nazionalista e meno ultra-liberale.
Nel PRO, altro partito del blocco governativo, il leader Mauricio Macri si distanzia prudentemente da Milei, coltivando la possibilità di sostituirlo se quest’ultimo dovesse perdere consensi. Nel campo peronista, il Partito Giustizialista non cresce nei sondaggi a causa della mancanza di una leadership forte. Le accuse di maltrattamenti contro l’ex presidente Fernández e le politiche impopolari di Kicillof nella provincia di Buenos Aires stanno indebolendo la sinistra giustizialista, guidata da Cristina Kirchner. Tuttavia, il settore nazionalista del peronismo, che si definisce “peronismo ortodosso”, sta guadagnando terreno, con figure come il senatore Mayans che aumentano la loro influenza.
Enrique Ravello Barber