Riflessioni

Trend o utopie? Ecco la città in (soli) 15 minuti

La Città in 15 Minuti è il simbolo della nuova concezione dello spazio urbano. Ma è anche alla base di ciò che ne deriverà per quello extra urbano. In teoria, l’obiettivo appare nobile. Quasi generoso. Perché mai un abitante di periferia di una grande metropoli dovrebbe accollarsi la fatica, il costo, la perdita di tempo per raggiungere il centro della città? Per far cosa, poi? Dunque molto meglio collocare in un’area raggiungibile in un quarto d’ora tutti i servizi indispensabili. Dal medico di base al pronto soccorso, dall’anagrafe al teatro, dalle poste al mercato, dalla scuola alla palestra. Tutto insomma.

Comodo, certo. Dunque i cittadini saranno spinti a non uscire più dal loro territorio, dalla loro riserva urbana. Non avranno più bisogno di raggiungere il centro infastidendo i residenti dei quartieri eleganti. Con qualche piccolo inconveniente. A partire dall’istituzionalizzazione dei ghetti. Si nasce, si studia, si lavora (poco e male) e si crepa nello stesso raggio percorribile in 15 minuti. In questo modo, tra l’altro, si facilita anche il controllo da parte delle forze dell’ordine poiché si limita drasticamente la cattiva abitudine di interagire tra zone lontane della medesima città. E basterà ridurre la frequenza dei passaggi di tram e autobus sulle linee che raggiungono i vari quartieri (o i vari municipi, nel caso romano) per scoraggiare l’attraversamento della città.

La nuova viabilità urbana passa anche per i monopattini, incentivati dall’allora Governo Conte in piena pandemia e fortemente criticati dai più. La stessa CNN, celeberrima emittente statunitense, evidenziò, due anni or sono, la forte pericolosità degli stessi in quel romano. Dati statici dimostrarono difatti che ogni tre giorni vi fosse un incidente grave causato tanto dalle strade inadeguate quanto dalla pressoché inesistente manutenzione dei dueruote. Fonte foto: Corriere dello Sport

Certo, ci sono i social, gli smartphone. Ma il rapporto diretto, umano, è tutt’altra cosa.

Però gli ambientalisti potranno esultare. Spostamenti in auto cancellati (basta qualche provvedimento ad hoc come la riduzione della velocità e la creazione di aree pedonali), tutti in bici o a piedi. Tanto è tutto a portata di mano. E che si tratti di una tendenza consolidata lo si vede anche dalle crescenti difficoltà dei grandi centri commerciali extra urbani. Penalizzare il trasporto privato in città significa creare ostacoli sempre meno sopportabili per raggiungere le immense superfici commerciali costruite in orrendi capannoni posti a corona delle città. Il tutto unito al costante incremento delle vendite online con consegna a casa o sul posto di lavoro. E la speculazione che porta ancora alla costruzione di nuove strutture per iper e supermercati è, appunto, solo speculazione immobiliare.

Ma la Città in 15 Minuti rappresenta anche l’alternativa, praticabile, ai migranti digitali, allo smartworking con collegamenti da bordo mare o dalle pendici dei monti. Troppe invidie, troppi problemi, troppa indipendenza. E’ più comodo – anche in caso di smartworking che riduce i costi aziendali per i locali, per il riscaldamento, per la luce – avere i dipendenti a poca distanza per richiamarli facilmente in sede in caso di necessità.

Però la fruizione dello spazio cambierà anche fuori dalle città. Le misure del codice stradale contro l’auto, unite ai costi proibitivi delle vetture elettriche, rende proibitiva per tanti la classica gita fuori porta del fine settimana o anche solo della domenica. Se occorre più di un’ora solo per uscire dalla città per poi procedere lentamente sino a raggiungere la meta prescelta, i tempi diventano insostenibili e spingeranno a restare a casa anche nei giorni di riposo. Dedicandosi ai social, alla palestra sotto casa, al parco giochi a due isolati di distanza.

D’altronde le località turistiche, comprese quelle più sfigate ma ugualmente pretenziose, puntano ormai esclusivamente sul “turismo di qualità” che, tradotto in italiano corrente, significa sul turista danaroso da spennare offrendogli, a prezzi da gioielleria, la mela a km zero anche se fatta arrivare dal discount a 200 km di distanza. Scelte legittime, sino a quando ci sono i polli e sino a quando hanno le penne. Però non si sono fatti i calcoli su quanti possono essere, teoricamente, i polli italiani e quanti possono essere quelli stranieri che, senza una promozione adeguata, rinunciano a visitare Roma, Firenze e Venezia per dedicarsi alla performance del teatro sperimentale di Bugliano di Sopra, raggiungibile dopo mezzora di cammino dalla stazione ferroviaria di Bugliano di Sotto.

Dunque i grandi spazi, con servizi di lusso, verranno riservati agli oligarchi nazionali ed esteri mentre le località minori si troveranno nuovamente alle prese con lo spopolamento. E con una nuova emigrazione dal Sud al Nord, con l’esclusione del Salento che si è reinventato meta Vip.

La nota attivista Greta Thumberg di recente allontanata con forza dalla polizia svedese dall’ingresso dell’omonimo Parlamento. Il grido di “Cambiamento climatico” sembra attecchire sempre meno sulle popolazioni occidentali.

Così il Nord, nell’indifferenza dei gretini, aumenterà ulteriormente la concentrazione di abitanti ed aumenterà i livelli di inquinamento. La Pianura Padana è già una camera a gas, ma servono nuove braccia per evitare di investire sull’intelligenza. Maggior pressione abitativa, maggiori costi per le abitazioni, maggiori aumenti del costo della vita. E città sempre più invivibili perché manca lo spazio vitale delle persone. Per questo bisogna confinarle in città da 15 minuti. Ammodernando la logica dei boulevard di Haussmann come arterie che dovevano facilitare la repressione.

Augusto Grandi

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