Politica internazionale

“Amici mai”: Hamas – Hezbollah e quella serie di correlati balletti politici. Guerra o Pace?

Scenari di Guerra: Israele, Hamas e Hezbollah in una svolta epocale. Le complesse relazioni con l’Iran intrecciano il destino del Medio Oriente. Tensioni all’apice: guerra Totale o speranza di pace? Diplomazia in bilico tra alleanze incerte e un futuro del tutto incognito nella regione.

Il 7 ottobre 2023, Hamas ha lanciato un’imponente “attacco a sorpresa” contro Israele, sorprendendo il mondo intero con la sua capacità di condurre un’operazione terrestre, aerea, marittima e sottomarina. In risposta, Israele ha dichiarato una guerra totale e mortale contro Hamas. Le operazioni militari israeliane sono state descritte come un genocidio, un’accusa non smentita dal governo israeliano. Quest’ultimo ha ora espresso la volontà di purificare la Striscia di Gaza da qualsiasi popolazione “di origine araba” per integrarla nel suo territorio nazionale.

Hamas e Hezbollah

Hamas è un movimento islamista nato nel 1987 con l’obiettivo di instaurare un califfato islamico in Palestina. Ha attivamente sostenuto i gruppi terroristici Daesh e Al Nusra contro il governo siriano (laico).

Hezbollah è un partito politico libanese creato nel 1982 e legato all’Iran. Nonostante sia musulmano, questo movimento ha stretto forti legami con i cristiani del Libano e della Siria. Hezbollah è uno dei principali alleati del regime di Damasco nella sua lotta contro i gruppi terroristici, tra cui Hamas.

L’attuale alleanza timida al confine nord di Israele tra Hamas e Hezbollah sembra essere più un opportunismo militare che una vera amicizia.

Posizione dell’Iran

Dal punto di vista del potere iraniano, che detiene le decisioni del Hezbollah, il sostegno alla Palestina è un dovere religioso, morale e antisionista, ma privo di interesse economico.

L’opposizione, guidata dal principe ereditario Reza Pahlavi, che è tornato in primo piano nella scena diplomatica internazionale negli ultimi mesi, si schiera a favore di Israele nel conflitto attuale. Questa scelta, apparentemente scioccante, è guidata in realtà dalla volontà statale, laica, di ricostruzione e instaurazione di una pace duratura. Anche se uno stato palestinese sostenibile dovesse emergere, sarebbe debole e privo di risorse finanziarie. Scegliendo il lato israeliano, la famiglia imperiale si assicura il sostegno economico e soprattutto scientifico da parte di Israele, leader mondiale nella fertilizzazione dei suoli desertici.

Posizioni internazionali

Oggi, il mondo “islamico” nel senso civilizzazionale e non religioso del termine, desidera ardentemente l’istituzione di uno stato palestinese genuino che rappresenterebbe il suo vessillo. Su questo punto, Hamas e Hezbollah convergono. Tuttavia, questo ideale di lotta sembra ora utopico. Hamas ha solo un sostegno diplomatico, morale e verbale a livello internazionale, ma senza azioni.

E dopo?

Nell’ipotesi in cui Israele vinca, la Palestina sarebbe sacrificata dal mondo arabo e scomparirebbe ad vitam aeternam. In caso contrario, con il crollo politico di Israele (che sembrava imminente prima dell’inizio della guerra), un’eventuale vittoria di Hamas riaprirebbe ogni scenario.

Tuttavia la Palestina sopravvivrebbe sotto il supporto straniero per generazioni, e sarebbe impossibile immaginare cosa accadrebbe allo Stato di Israele. Questo appartiene al dominio della finzione.

Arthur Grabé

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