Riflessioni

COME DENTRO UN FILM (horror)

“Nei film dell’orrore il terribile è sempre ombra del vivente”.

Il disastro autentico del capitalismo è l’omologazione e la conseguente violazione omologante dell’ideologia tripartita indoeuropea.

Dall’ebbrezza alla noia. Il capitalismo, l’isola e la fuga verso la terra ferma.

di Antonio Bovo Operatore finanziario e docente di corsi master

“Nei film dell’orrore il terribile è sempre ombra del vivente”.

La citazione, tratta dall’ultimo saggio di Geminello Alvi (Il capitalismo – Verso l’ideale cinese, Marsilio, 2011) tratteggia, in modo plastico, la parabola del capitalismo che è insieme invidia equalizzante e vanità, poi accumulo e conseguente paura di perdere quanto accumulato, infine solo paura di non crescere, di non avere, paura che perverte il sacrificio in tornaconto.

La traiettoria che era stata disegnata nel Secolo Americano (Adelphi, 1996) qui si compie descrivendo il punto più basso del pozzo maleodorante da cui sono usciti la massa informe del lusso di massa, la confusione di ruoli e funzioni e infine “la peggiore carestia, quella morale”, “il disastro autentico del capitalismo, l’omologazione” e la conseguente “violazione omologante dell’ideologia tripartita” della tradizione indoeuropea.

L’INVASIONE DEGLI ULTRACORPI – Cadono dal cielo come gli enormi baccelli che nell’Invasione degli ultracorpi prendono le sembianze degli esseri umani e li tramutano in replicanti privi di emozioni; ma non sono baccelli, sono le bombe degli americani. Bombe sull’Europa, sul Giappone, sulla Serbia, sulla Libia, e prima cannonate sulle praterie degli Indiani; non sono baccelli ma l’esito è il medesimo: omologazione al modello americano, che ha il nome di americanizzazione. Poi arrivano McDonald’s, Hollywood, il rumore dentro gli auricolari. Ma prima le bombe. Altro che dominio culturale.

L’UOMO INVISIBILE – “… l’io:… distratto da sé la sua luce perisce”.

I risultati dell’americanizzazione sono la scomparsa della comunità umana e l’esito omologante, una collezione di figurine monodimensionali avide di lusso, ozio, rumore e oppiacei. Figurine che meglio si conciliano con i caratteri inespressivi e l’io debole dell’estremo oriente, e non è un caso che gli istanti finali del capitalismo abbiano gli occhi a mandorla. Due miliardi di replicanti già costituzionalmente predisposti.

ALIEN – Il capitalismo terminale abbandona il mondo reale della produzione e del lavoro (quello reale dello Spirito e della Politica non l’ha mai abitato), abbandona anche il capitale, da cui ha tratto origine nella fase mercantilista, diventa capitale fittizio, espressione puramente nominale che cresce secondo un’innaturale legge esponenziale, spettro della realtà, come deve essere in questa trasfigurazione orrorifica del reale.

Da ogni parte banche e istituzioni finanziarie, con le sembianze della regina degli alieni, depongono uova gelatinose pronte a schiudersi stuprando l’esofago delle vittime: il loro condotto ovopositore rigurgita di derivati, titoli cartolarizzati, credit default swaps, che si appropriano dell’anima rendendola preda di euforia, di voracità insaziabile di cibo in scatola, scatole di latta montate su pneumatici, rumore inscatolato.

Come il marinaio Kane sul Nostromo, nutrono l’alieno che attende solo il momento di uscire squarciandone il ventre per andare a nutrirsi di altri, fino a quando tutta la nave ne sarà infestata.

NOSFERATU IL VAMPIRO – In una prima fase il capitale fittizio convive con quello reale ma ne rovina il sangue, alterando i prezzi relativi: chiudono le librerie e le drogherie, si moltiplicano i negozi di stracci confezionati ad abiti e le coiffeuses. Zombie portatori malati di parassiti, ma in abiti griffati o in grisaglia e scarpa nera; spettri, ma con i capelli a posto.

Poi il capitale fittizio vampirizza l’economia reale: il gelido cemento blocca gli investimenti nell’energia, nei trasporti e nelle telecomunicazioni, case, negozi e capannoni vuoti e quindi popolati da ombre devastano boschi e colture.

La ricchezza si concentra attraverso default programmati e inflazione, silenzioso vampiro che si muove al soffio del signoraggio.

L’ESPERIMENTO DEL DOTTOR P. (Prodi o Padoa-Schioppa) – Anche l’Europa ha voluto provare l’ebbrezza del capitalismo, l’ebbrezza del capitale fittizio che gonfia gli attivi di steroidi velenosi, ma è riuscita solo nell’esito grottesco dell’euro.

Dieci anni di finzioni contabili hanno provocato inflazione, azzeramento della crescita, perdita dei diritti sociali, svendita del patrimonio pubblico, perdita di ruolo geostrategico nel Mediterraneo e lungo l’asse balcanico-danubiano, aumento della pressione fiscale. L’elenco è incompleto ma molto più devastanti saranno le conseguenze future: alimentate dall’ozio e dalla noia perenne del tipo estremo occidentale, garantite da un’immigrazione disperata, nutrite dal cosmopolitismo idiota dei voli low-cost e dei villaggi all-inclusive, le larve si sono pasciute; ora sono pronte per uscire, lacerando gli intestini, e divorare quello che rimane.

OMEN, IL PRESAGIO – Nessun sistema monetario è durato più di qualche decennio, tantomeno lo faranno l’Euro, o il Dollaro, o lo Yuan. Soprattutto l’Euro, in tragica sudditanza militare rispetto allo strapotere dell’US-dollar e in farsesco deficit politico rispetto al granitico statalismo cinese, sembra avere il destino segnato.

“L’Europa dei mandarinati di Bruxelles decadrà tragicomicamente”.

 “Il capitalismo futuro sarà purtroppo egualitario, ecologico, terzomondista; sintesi finale della dialettica anticapitalista, che ci donerà, nel secolo a venire, la polizia cinese in Europa”.

I SOPRAVVISSUTI – Nel romanzo di Terry Nation, che ispirò l’omonima serie televisiva nel 1975, i sopravvissuti al terribile morbo che stermina il 99% della popolazione mondiale si mettono in salvo abbandonano l’Inghilterra su una scialuppa di fortuna per raggiungere l’Europa continentale.

Il senso paradigmatico è tutto qui, nell’abbandono del mostro talassocratico ingoiato dagli abissi e nel ritorno alla potenza tellurica del continente eurasiatico.

Tratto da “Polaris – la rivista n.8 – GLOBAL OCTOPUS OPPURE NO?” – acquista qui la tua copia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Language