Stop al gas russo. Opportunità centralizzante?
Sulla fine del gas russo sono state scritte tante speculazioni, per lo più ideologiche. Ma la realtà è sempre ben diversa da quella elucubrata. La Norvegia, ad esempio, centralizza ancor più il suo ruolo, e non solo in Europa. ma il merito di un ipotetico glorioso scenario economico va ricondotto a Matteo Renzi.
Il ruolo di Matteo Renzi nel rafforzare i legami tra Italia e Qatar si rivela, a distanza di tre anni, del tutto strategico. Durante il suo mandato come Presidente del Consiglio, Renzi ha promosso una nuova amicizia con il piccolo emirato, che ha portato a risultati tangibili come il contratto per la costruzione della flotta militare del Qatar da parte di Fincantieri. Questi rapporti non solo hanno rafforzato l’economia italiana, ma hanno anche gettato le basi per una cooperazione energetica che ora si rivela cruciale. Grazie a investimenti mirati e a una visione geopolitica di ampio respiro, l’Italia ha saputo ridurre la propria dipendenza dal gas russo, costruendo una rete di alleanze che la posiziona al centro della nuova mappa energetica europea.

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Il Qatar e il Mediterraneo: poli strategici per l’energia
La crescente importanza del Qatar come partner energetico per l’Europa è il frutto di una strategia lungimirante. Questo piccolo Paese, con enormi riserve di gas, ha investito pesantemente in infrastrutture energetiche e proprietà simboliche in Italia, come il Bosco Verticale a Milano. Attraverso collaborazioni con partner chiave, il Qatar ha consolidato il suo ruolo di fornitore affidabile per il continente. Progetti come il North Field East, in cui Eni detiene una partecipazione significativa, rappresentano il futuro delle forniture di gas naturale liquefatto. Parallelamente, Israele ha contribuito a ridisegnare i flussi energetici del Mediterraneo, dimostrando come una regione un tempo instabile possa trasformarsi in un hub di opportunità strategiche.
La Russia ai margini: sfide e opportunità
Con la chiusura dei flussi di gas russo verso l’Europa, Mosca perde la sua posizione dominante. L’Europa, pur affrontando sfide considerevoli, ha dimostrato una capacità straordinaria di adattamento. Terminali GNL, nuovi gasdotti e l’aumento delle importazioni da partner come Norvegia e Stati Uniti hanno garantito la sicurezza energetica. Tuttavia, i paesi dell’Europa orientale, ancora vulnerabili, necessitano di maggiore supporto per affrontare le difficoltà legate alla diversificazione. L’Italia, grazie alla sua posizione geografica e ai suoi legami consolidati con il Qatar, è emersa come un leader nella gestione di questa transizione energetica. La cooperazione tra gli stati membri dell’UE sarà essenziale per trasformare questa crisi in un’opportunità di crescita.

Una visione geopolitica e un’eredità duratura
Il successo delle politiche energetiche italiane non si limita agli aspetti economici, ma include anche una forte componente diplomatica. Matteo Renzi e altre figure di spiccohanno lavorato per costruire un ponte tra l’Italia e il Qatar, promuovendo relazioni che ora rappresentano un modello di cooperazione internazionale. Investimenti miliardari e progetti innovativi hanno rafforzato il ruolo dell’Italia come attore chiave nello scenario energetico globale.
Tuttavia, è importante vigilare su possibili paradossi e contraddizioni, come l’influenza residua di Mosca attraverso infrastrutture indirette. Questo nuovo equilibrio geopolitico, costruito su scelte coraggiose e visioni di lungo periodo, promette di garantire stabilità e prosperità non solo per l’Italia, ma per l’intera Europa.
Matteo Renzi, lo scacchista
Al netto delle valutazioni politiche, il fondatore di Italia Viva ha il merito di aver permesso all’attuale esecutivo di instaurare relazioni energetiche nuove, centrali e centralizzanti. L’Ucraìna aveva preannunziato lo stop al passaggio del gas russo tre anni fa, a seguito delle azioni militari di Mosca.
Muoversi in scenari simili è sempre complesso, tanto più se l’Europa pretende di mantenere una centralità economica che, oggi, viene sempre osteggiata dalle altre superpotenze.
La Norvegia: un partner strategico per la centralità energetica europea
La Norvegia riveste un ruolo cruciale nella strategia energetica europea grazie alla sua posizione di secondo maggiore esportatore di gas naturale verso l’UE, dopo la Russia. La sua stabilità politica, l’abbondanza di riserve di idrocarburi nel Mare del Nord e una solida infrastruttura di trasporto energetico rendono il paese scandinavo un partner affidabile, specialmente in un contesto geopolitico caratterizzato dall’incertezza e dalla necessità di ridurre la dipendenza dal gas russo.
Dal punto di vista macroeconomico, la Norvegia garantisce una fornitura costante e prevedibile di gas naturale attraverso infrastrutture consolidate come i gasdotti di Stato, tra cui il famoso “Troll Gas Field” e il “Norpipe.” Questi flussi sono vitali per alimentare le industrie energivore europee, sostenere la produzione di energia e mitigare i rischi di volatilità dei prezzi nel mercato interno europeo.
I legami economici tra la Norvegia e l’UE favoriscono una relazione commerciale bilaterale solida. Il paese, pur non essendo membro dell’Unione Europea, partecipa allo Spazio Economico Europeo (SEE), garantendo una cooperazione fluida su questioni economiche e ambientali, con impatti positivi per la transizione energetica europea.
La Norvegia investe parte dei proventi energetici nel fondo sovrano più grande al mondo, il “Government Pension Fund Global,” che contribuisce alla stabilità economica globale e permette all’Europa di mantenere una relazione strategica con un attore economico di prim’ordine.
di Daniele Martignetti