Editoriali

Elon Musk e la magistratura: un tweet che divide

Un’analisi sulle dichiarazioni di Elon Musk, il loro impatto politico e le implicazioni globali.

“These judges need to go”. È il tweet di Elon Musk, non solo uno degli uomini più facoltosi del mondo (ufficialmente il più ricco), ma molto influente nella prossima Amministrazione della Casa Bianca. Per lui i giudici che si sono opposti al rimpatrio dei migranti voluto dal governo italiano devono essere rimossi. Un’entrata a gamba tesa stigmatizzata dal Presidente Mattarella, benché non sia la prima che si verificano in Italia ingerenze straniere.

Come si spiega questa convergenza con le destre patriottiche – e non è la sola visto che egli è alfiere anti-woke – da parte di un uomo che ha tutte le caratteristiche dell’apolide e del mondialista? Elon Reeve Musk è un sudafricano che, acquisita la cittadinanza canadese, è stato naturalizzato statunitense. Alla testa di multinazionali è uno dei maggiori soggetti progressisti. Non si può definire l’opposto della Open Society perché ha una visione più altermondialista che di chiusura. Tutta la sua attività è a visione globale, tanto dall’essersi eretto a nuovo pioniere delle avventure dell’umanità nello Spazio.

A dispetto delle visioni conservatrici, peraltro egli ha investito sull’auto elettrica, ovvero sulla trasformazione energetica, e di rimbalzo societaria, ed è in prima fila nell’Intelligenza Artificiale generativa. Ha delle vere e proprie suggestioni transumanistiche. Si è definito “metà democratico e metà repubblicano” chiarendo di essere conservatore in materia fiscale e progressista in quella sociale. Ambientalista convinto e sostenitore della Carbon Tax, ha discusso a lungo con Trump che negava il cambiamento climatico. Come si spiegano, allora queste convergenze tra chi, come Musk, è un accelerazionista e le destre che hanno la tentazione opposta del freno? Il potere eccessivo della Magistratura può essere visto come un ostacolo sia da chi vi ravvede un’ingerenza sovranazionalista (un Diritto comune che sovrasta le leggi dello Stato), sia da chi, al contrario, vi scorge una potenzialità di freno per l’anarchismo capitalista.

Una convergenza da due lati opposti? Sì, ma non necessariamente. Quello a cui assistiamo ora è un fenomeno di reset che abbisogna di convergenze per nuove sintesi e che ha attraversato la nostra storia continuamente, fin dai tempi di Cesare e Augusto. Negli Stati Uniti, che sono ancora l’apice del sistema mondiale, assistiamo oggi a quella tentazione “archeofuturista” che può generare nuovi fenomeni. Anche su questo piano l’Europa è in ritardo e deve correre per produrre la sua sintesi, diversa da quella americana.

di Gabriele Adinolfi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Language