PAURA È POTERE – The power of nightmares o il marketing del terrore
I sogni sono stati rimpiazzati dalla promessa di offrire una protezione contro le minacce che incombono sui cittadini: tali minacce possono essere interne, come la guerra civile, oppure esterne come il terrorismo.
La paura è anche un volano “commerciale” che permette di far percepire come insostituibili servizi, prodotti e operazioni il più delle volte del tutto superflui.
di Paolo Caioli – Laureato in comunicazione politica
Già all’inizio del 1500, con “il Principe”, Machiavelli comincia a ragionare intorno alla paura in relazione alla gestione dello Stato. Con decisione questo filosofo della politica affermava che “dal momento che l’amore e la paura possono difficilmente coesistere, se dobbiamo scegliere fra uno dei due, è molto più sicuro essere temuti che amati“. Oggi, con l’impoverimento generalizzato della qualità della politica, la “gestione” della paura è diventato un argomento di rilievo di cui molti capi di Stato e politici di spicco ben conoscono l’importanza. In questo senso, tra i tanti spunti, è interessante il ciclo di documentari diretti e prodotti da Adam Curtis, The power of nightmares, trasmesso nel 2005 dalla BBC. Curtis, che non scopre nulla di nuovo, ha però il merito di riuscire a dimostrare e a spiegare, con esempi concreti, come la paura sia oggi massicciamente utilizzata in politica per creare consenso e come questa giunga ad influenzare l’economia stessa.
Con la caduta del Muro di Berlino e il tramonto delle ideologie era necessario trovare nuovi argomenti per creare consenso e quindi potere : la soluzione era, usando una espressione colorita, nel marketing del terrore. In poche parole la “tecnica” consiste nel distorcere la vera natura ed entità di una minaccia (o di quella che si vorrebbe tale) giungendo a renderla, nella percezione collettiva, reale. Le cosiddette élites politiche (nazionali e transnazionali) che non solo non sono più in grado di proporre e realizzare sogni e progetti, ma non sanno neppure immaginarli, hanno così abdicato alla loro funzione principale, ripiegando in favore della gestione coatta di individui atomizzati e impauriti, spogliati di quei legami sociali che ogni giorno sono più evanescenti.
I sogni quindi sono stati rimpiazzati dalla promessa di offrire una protezione contro le minacce che incombono sui cittadini : tali minacce possono essere interne, come la guerra civile, oppure esterne come il terrorismo. L’individuazione di un nemico o di un pericolo comune va così a risanare quella frattura esistente tra popolo e oligarchia, che solo in questo modo può giustificare la sua presenza e il suo potere.
La paura diventa quindi mezzo per evitare di mettere in discussione la necessità e l’opportunità dell’autorità esercitata dalle élites attuali. Non solo, la paura come accennato sopra è anche un volano “commerciale” che permette di far percepire come insostituibili servizi, prodotti e operazioni il più delle volte del tutto superflui. Riguardo la sanità, ad esempio, è dei primi di Gennaio la notizia secondo la quale a fronte di soli 800mila vaccinati contro il virus H1N1 (responsabile dell’influenza A) l’Italia ha acquistato da Novartis (1) decine di milioni di dosi, peggio ancora in Francia dove ne sono state acquistate 94 milioni a fronte di 5 milioni di vaccinati e in Germania con 50 milioni di vaccini comperati contro sole 6 milioni di dosi effettivamente somministrate. Ogni paese ha quindi sperperato, in piena crisi globale, centinaia di milioni di euro, senza parlare dei possibili rischi collegati all’uso del vaccino in oggetto.
La paura del terrorismo poi, sia in Italia che all’estero, ha non solo giustificato l’intervento militare in Afghanistan e in Iraq, stimolando il mercato mondiale degli armamenti che con la fine della guerra fredda era in declino, ma ha permesso a diverse società multinazionali (tra cui l’Halliburton della quale l’ex vicepresidente USA Dick Cheney è stato capo esecutivo tra il 1995 e il 2000) di occuparsi della “ricostruzione” di questi paesi, beneficiando di commesse per miliardi di dollari. Ma anche ai livelli più bassi c’è un considerevole giro di denaro per la messa in sicurezza di aeroporti, per l’acquisto di scanner sempre più sofisticati e più in generale per alcuni controlli e prescrizioni imposti ai passeggeri che oramai rasentano la follia oltre a rivelarsi, alla resa dei conti, poco efficaci.
Una emozione ancestrale quindi, come la paura, si radicalizza e si dilata a dismisura aspirando a permeare tutta la vita civile dei cittadini, dal lavoro al tempo libero, diventando così, in potenza, un strumento che permette di giustificare qualsiasi azione e qualunque provvedimento.
1. Inquietanti, tra l’altro, alcuni dettagli del contratto firmato tra l’Italia e Novartis, secondo il quale la casa farmaceutica non è in alcun modo responsabile degli eventuali effetti collaterali causati dal proprio vaccino.
Tratto da “Polaris – la rivista n.1 – LA PRIMA VERA” – acquista qui la tua copia