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EDITORIALE POLARIS n.24 – NuovAnormalità

“Non proprio nuova e nemmeno normale.”

Nulla sarà più come prima. Ce lo dissero all’indomani delle Twin Towers e ce lo ripetono oggi con più convinzione. L’epidemia di COrona VIrus Disease-19 ha segnato l’avvio del mutamento dei nostri rapporti, dei nostri impieghi, della nostra socializzazione, dei nostri viaggi, delle nostre vite e probabilmente dei nostri stessi sistemi istituzionali.

Chi si aspetta che con il tanto sbandierato Gran Reset tutto cambi, non si è reso conto che siamo dentro a questo cambiamento da almeno venticinque anni e il Reset è già ampiamente avviato dalla tecnologia, dalla cibernetica, dallo strapotere satellitare che ha violentato le percezioni che avevamo dello spazio e del tempo e ha imposto altre dimensioni per la regolamentazione delle nostre vite.

Se i social hanno potuto censurare più volte il Presidente degli Stati Uniti, figura che fino a qualche anno fa ritenevamo corrispondesse a uno degli uomini più potenti del mondo, è evidente che nella Nuova Normalità, com’è stata battezzata quella del nostro futuro, ci siamo appieno.

Sarà una normalità globalizzata e segmentata al tempo stesso, come sembra?

Vivremo, insomma, standardizzati ma compartimentati geograficamente, come servi della gleba?

Ci sarà uno strapotere oligarchico e privato? La dittatura sanitaria si sovrapporrà alla governance mondiale? E soprattutto la digitalizzazione rischierà di trasformarsi in una gabbia sovietica?
Come convivremo con i robot? Ci saranno nuovi impieghi o saremo costretti a vivere da assistiti? L’uomo sarà ancora creativo, ambizioso, libero, o verrà soffocato dal totalitarismo di un astratto ente collettivo i cui gangli saranno l’informatica e l’intelligenza artificiale?

Siamo palesemente alle prese con quello che, con l’occhio del visionario, un quarto di secolo fa Geminello Alvi aveva definito il Nomos dell’Aria. Un Nomos che avrebbe sconvolto non solo la geopolitica ma l’intera nostra organizzazione di vita.

L’Asia, ed in particolare la Cina, con la loro speciale idea del Vuoto che ne determina la psiche, diventeranno le dominatrici, come sembra alla luce della gestione della pandemia e pare confermarsi se paragoniamo la mole di ingegneri che sfornano ogni anno, quasi il decuplo di quelli occidentali, dopo una selezione molto più impietosa? Cosa che già nel 2002 personalmente paventavamo nel nostro Nuovo Ordine Mondiale tra imperialismo e Impero.

Come Centro Studi Polaris possiamo ben andare orgogliosi di avere costantemente intravisto e decodificato con tempestività le tendenze che oggi si palesano ai più, i quali non avevano osservato, se non distrattamente e con sufficienza, le trasformazioni in atto.

C’interessa però ben altro: contribuire a individuare come si potrà affrontare la realtà “normalizzata” garantendo a uomini e popoli la facoltà di restare liberi e creativi. 

di Gabriele Adinolfi

Tratto da “Polaris – la rivista n.24 – NuovAnormalità” – acquista qui la tua copia

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