Politica internazionale

La sottaciuta guerra del presente. Perché di Pakistan e India nessuno ne parla?

Reperimento notizie, depistaggi strategici e finanziamenti da Washington e Tehran. Ecco tutto quel che devi sapere su un conflitto oramai secolare

Mentre l’attenzione globale si concentra su crisi come la guerra in Ucraina o le tensioni in Medio Oriente, un conflitto altrettanto pericoloso viene sistematicamente ignorato: quello tra India e Pakistan. Due potenze nucleari, divise da una rivalità storica, continuano a scontrarsi in una guerra fredda che potrebbe innescare una catastrofe globale. Eppure, i media e la comunità internazionale sembrano voltarsi dall’altra parte. Perché?

Le radici del conflitto del kashmir

Le tensioni tra India e Pakistan risalgono al 1947, con la Partizione che seguì l’indipendenza dal colonialismo britannico. Da allora, i due Paesi hanno combattuto quattro guerre ufficiali e numerosi scontri minori, principalmente per il controllo del Kashmir, una regione contesa dove violenze e repressioni sono all’ordine del giorno. Come osserva lo storico Ramachandra Guha nel suo libro India After Gandhi (2007), il Kashmir rappresenta “la ferita aperta del subcontinente”, un simbolo dell’incompatibilità tra le due nazioni.

Minaccia reale

Entrambi i Paesi possiedono arsenali nucleari. Secondo Eric Schlosser in Command and Control (2013), gli incidenti militari e i fraintendimenti tra India e Pakistan costituiscono uno dei maggiori rischi di escalation nucleare al mondo. Nel 2019, un attacco aereo indiano in territorio pakistano ha portato i due Paesi sull’orlo di un conflitto aperto, dimostrando quanto la situazione sia instabile. Nonostante ciò, il rischio viene spesso minimizzato dai media occidentali.

I motivi del silenzio

I moventi del silenzio sono davvero tanti, e vanno dalle narrative geopolitiche alla complessità del reperimento delle notizie per i mass media occidentali, molto indietro sulle tecniche di reperimento delle informazioni.

L’India, per dirne una, è fondamentale per gli investimenti occidentali. In un interessante testo della scrittrice Arundhati Roy, Capitalismo: a ghost story, viene ben evidenziato come le potenze globali evitino di criticare Nuova Delhi per un vero e proprio timore di compromissione dei rapporti commerciali. L’India, com’è noto, è la prima esportatrice di spezie e tessuti.

V’è poi la guerra di Kiev che, per l’agenda politica, risulta più rilevante a livello globale, in prospettiva, di un ipotetico conflitto a espansione regionale. Da non sottovalutare per giunta l’incapacità di reperire immagini e video drammatiche, visibili e sensazionalistiche.

Un bomba a orologeria tratta dal Centro Studi Polaris

L’indifferenza internazionale verso il conflitto India-Pakistan è pericolosa. Con armi nucleari pronte e tensioni sempre vive, il rischio di una guerra devastante è reale. È necessario riportare l’attenzione su questa crisi prima che sia troppo tardi.

Nel nostro ultimo numero, abbiamo evidenziato la copiosa quantità di testate atomiche dei due Paesi (325) e la complessità strategica avente ad oggetto anche i finanziamenti provenienti, guarda caso, da Iran e USA.

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Fonti:

  1. Guha, Ramachandra. India After Gandhi. Pan Macmillan, 2007.
  2. Schlosser, Eric. Command and Control: Nuclear Weapons, the Damascus Accident, and the Illusion of Safety. Penguin, 2013.
  3. Roy, Arundhati. Capitalism: A Ghost Story. Haymarket Books, 2014.
  4. Cohen, Stephen P. The Idea of Pakistan. Brookings Institution Press, 2004.

Daniele Martignetti

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